Accademia di Belle Arti di Roma
Curriculum A Strumenti, metodi e nuove tecnologie per la produzione artistica
Anna Eleonora Fabrizi
La culla di Bratto, tra tradizione e innovazione
Designer e artisti in dialogo con l’artigianalità e le aree rurali.
• Premessa: nel 2019 ho realizzato 13 workshop di arte, design e artigianato in Lunigiana, in dialogo con gli abitanti e gli studenti al fine di riscoprire un manufatto ligneo, la Culla di Bratto, realizzata ad incastro da pastori/artigiani fino al 1850 circa.
Nella mia idea originaria, il progetto culla di Bratto, poteva avviare un insieme di laboratori dove poter sperimentare con biomateriali e nuove tecnologie, riprendendo un saper fare artigianale. La tradizione rappresenta il legame con il territorio e la culla, oltre ad essere un simbolo di rinascita di piccoli borghi ormai disabitati, aveva molto da raccontare ed era capace di suscitare emozioni.
La culla presenta caratteristiche interessanti; era realizzata ad incastro senza neanche un chiodo, il colore rosso era attinto dalla linfa del faggio mentre i simboli sopra riportati avevano una funzione apotropaica. Non rimane molto della maniera di produrla; veniva realizzata da pastori che durante l’inverno si trasformavano in abili artigiani ma demandavano il tutto ad una trasmissione orale del loro sapere. La forma è piuttosto insolita rispetto alle altre culle poiché bascula in maniera longitudinale. Si hanno delle forme simili nel 1400, come si desume da un dipinto di Piero della Francesca, si ritrovano in seguito alcune tracce in varie incisioni e poi nulla più e la domanda è come mai sia arrivata fino al crinale tra Emilia e Toscana per essere riprodotta.
• Focus: partendo dalla culla di Bratto, dall’artigianalità e dai biomateriali vorrei analizzare un microcosmo per creare una sorta di caso studio replicabile in vari contesti, soprattutto in aree rurali legate ad una forte tradizione manifatturiera. Vorrei arrivare ad analizzare un intervento sociale e produttivo dove la scintilla creativa viene scatenata da artisti, designer, visionari ed organizzare, a partire da quest’estate, residenze d’artista in Lunigiana che diano l’avvio a riflessioni sulla manualità nonché rigenerazione di piccoli borghi.
Partendo dagli scritti di Ugo La Pietra, l’obiettivo è un intervento di carattere sociale ed inclusivo che si sposa con produzioni virtuose. Vorrei inoltre contribuire alla realizzazione di una mappatura di realtà artigianali, soprattutto rurali, dove il designer o l’artista hanno fatto intravedere delle possibilità diverse da quelle solitamente praticate.
Anna Eleonora Fabrizi – La mia formazione è in parte aziendale e in parte artistica: si tratta di due matrici diversissime che ho cercato di armonizzare nei miei oggetti di design e nei miei dipinti, dove voglio unire l’interesse per la natura e il colore al rigore delle forme geometriche.
Mi interessa rappresentare il legame con il territorio e i suoi materiali: per questo ho lavorato a progetti di interazione tra l’ambiente, gli artisti e gli artigiani, in progetti di social design e residenze artistiche, nel corso dei quali il mio interrogativo è la relazione tra territorio e manifatture. Mi affascina il saper fare e la capacità espressiva degli artisti a contatto con la natura.
Vivo e lavoro a Carrara, dove realizzo oggetti in marmo, sculture in carta e illustrazioni.
Davide Lunerti
L’oggetto della sua ricerca è l’immaginario fantascientifico nella letteratura femminista e nelle produzioni artistiche queer emergenti. Dal femminismo di Seconda ondata alle correnti femministe e le teorie queer del XXI secolo, il progetto indaga più specificamente il rapporto tra scrittura speculativa, scrittura critica e arti visive, ricostruendo uno storico di tecniche e iconografie.
Davide Lunerti (Roma, 1995) è curatore e ricercatore. Ha studiato Beni Culturali all’Università di Bologna e Visual cultures e pratiche curatoriali all’Accademia di Brera. Nel 2024 ha lavorato come curatore in residenza alla Fondazione La Quadriennale di Roma. Tra le mostre che ha curato compaiono: Ultraqueer (Palazzo Merulana, 2022), Rivoluzionari3 (Mattatoio, 2023), Queer Pandemia (BASE Milano, 2023), Il diavolo mangia zuppa calda (Palazzo Lucarini, 2025).
Mattia Cleri Polidori
Emergenze
La morfogenesi nell’arte contemporanea
Il progetto di ricerca “Emergenze” esplora il ruolo dell’emergenza e del riconoscimento dei pattern basati sulla sezione aurea nell’estetica contemporanea. L’organizzazione spontanea della materia nello spazio, la morfogenesi, ha implicazioni che ramificano in molte direzioni. Partendo dagli studi sulla morfogenesi di Alan Turing e dalla matematica dei frattali di Benoît Mandelbrot, infatti, passando per l’approccio alla gravità quantistica di Lee Smolin, e approdando alle teorie filosofiche di Graham Harman, l’emergenza dei pattern aurei crea un rizoma di connessioni nel pensiero contemporaneo. Il progetto qui presentato si propone di navigare questo arcipelago di idee attraverso una prospettiva estetica; ovvero di esplorare il riconoscimento dei pattern e il suo impiego nell’arte contemporanea, attraverso media tradizionali e nuove tecnologie, con attenzione particolare alle pratiche interdisciplinari.
Il primo obiettivo del progetto è analizzare i processi che generano tali pattern. La morfogenesi è un processo ordinato da leggi semplici, che conduce però a esiti imprevedibili, ovvero è una forma di ordine che ammette la possibilità del caos. In ultima analisi, il progetto mira a dimostrare che l’organizzazione della materia rivela qualcosa della forma del tessuto spaziotemporale. Ne consegue che i processi estetici basati sull’emergenza e il riconoscimento dei pattern tradiscono qualcosa del comportamento nascosto dello spaziotempo. Attraverso questa interpretazione l’opera d’arte diventa un dispositivo gnoseologico.
Il progetto propone metodologie operative parallele per affrontare il problema della forma da diverse prospettive, al fine di sviluppare nuovi linguaggi e medium che incorporano pratiche estetiche e scientifiche. Le metodologie di ricerca e sperimentazione comprendono interviste, seminari e workshop, la redazione di un saggio di approfondimento critico e di un archivio di ricerca e la creazione di un corpo di opere. I risultati pratici e teorici del progetto saranno presentati in occasione di una conferenza conclusiva.
Mattia Cleri Polidori nasce a Roma nel 1987. Si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2015. Nel 2016 ottiene il Master in Painting al Wimbledon College of Arts di Londra. È uno dei sei fondatori del laboratorio d’arte contemporanea “Rione Placido” inaugurato a gennaio 2023. La sua ricerca è basata sui pattern aurei che emergono nella morfogenesi, il modo in cui la materia si organizza autonomamente nello spazio. Grazie all’isolamento e alla presentazione di oggetti naturali esplora questo comportamento della materia, attraverso una vasta gamma di metodologie, dalla pittura a olio e la formatura in gomma, resina e cemento, fino ai time-based media. Fra i progetti recenti emergono le sue esposizioni a Cartavetra a Firenze nel 2024 e 2021, e a Blocco 13 a Roma nel 2023, la sua collaborazione con la compagnia DOM nello spettacolo “CAMPFIRE – dove comincia l’incendio”, al teatro India di Roma, e le residenze d’artista in Estonia nel 2020 e 2022.
Maria Giovanna Sodero
Se da domani tutti diventassimo ipovedenti, il cinema potrebbe sopravvivere?
Questa ricerca interdisciplinare indaga la percezione visiva alterata attraverso una prospettiva scientifica, filosofica e artistica. Analizzando gli effetti ottici di diverse patologie oculari, la tesi ricostruisce le caratteristiche di un immaginario visivo lesionato. L’obiettivo è esplorare, attraverso il linguaggio audiovisivo, non solo le aree di cecità e la perdita di informazioni, ma anche il potenziale creativo inatteso che può emergere da queste limitazioni percettive.
Maria Giovanna Sodero ‘91, vive a Roma, è artista visuale, filmmaker e fotografa. Si laurea in Nuovi linguaggi dell’arte, all’Accademia di Belle Arti a Roma. È attualmente dottoranda nella stessa Accademia. Segue un laboratorio di direzione della fotografia presso il Centro sperimentale di cinematografia con Giuseppe Lanci. Partecipa a diverse residenze d’artista. I suoi lavori sono stati esposti a Roma, Firenze, Venezia, Lecce, Arles (FR), Belgio e in Cina, i suoi cortometraggi sono stati selezionati in diversi festival italiani. Partecipa al progetto di sviluppo filmico In Progress, con Michelangelo Frammartino, presentando il suo progetto di documentario durante le Giornate degli Autori a Venezia. Vince il premio per miglior cortometraggio nel Laboratorio di Cinema del Reale – Laguna Sud 2023, con Zalab e la supervisione di Andrea Segre. Partecipa come regista al progetto Becoming Maestre di Netflix, David di Donatello, Accademia Nazionale di cinema. Finalista al premio Nazionale delle Arti ‘21. Cofondatrice del collettivo di videomaker Circa.Studio, collaborano con produzioni come INDEX, compagnie teatrali come Muta Imago, e all’interno del festival Short Theatre. Lavorano con le scuole realizzando laboratori di audio visivo e artistici per gli studenti.
Enrico Vezzi
Opposite Directions: Strategie di sopravvivenza per pratiche artistiche e curatoriali indipendenti — Il modello artists-run space o attività artistiche e curatoriali indipendenti, possono aiutare a stabilire un contrappunto sostenibile alle politiche di gestione culturale o alle politiche socioeconomiche per l’arte? Gli spazi e le progettualità gestiti da artisti svolgono da sempre un ruolo significativo nell’ecologia culturale dell’Italia e dell’Europa e questo progetto ha l’obiettivo di esplorare la possibilità di creare un’inedita piattaforma che unisca e faccia emergere le varie realtà no profit e autogestiste dell’arte contemporanea presenti in Italia, mettendole in relazione con le loro corrispondenti Europee, permettendo una possibile condivisione di reperimento di risorse economiche e un interscambio di esperienze e conoscenze.
Enrico Vezzi (San Miniato, 1979) — Laureato in Psicologia all’Università degli Studi di Firenze nel 2005. Fin dal suo esordio concepisce l’arte come un mezzo per stimolare nuove riflessioni sul rapporto tra natura, storia collettiva e memoria personale. Il suo lavoro è stato protagonista di progetti collettivi e personali in spazi istituzionali in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo: Ex-Tech Center, Düsseldorf (2023); Tenuta dello Scompiglio, Lucca (2022); La Portineria, Firenze (2022); Hangar, Barcellona (2021); Artists for Staccioli (2020); Palazzo Grassi, Venezia (2017); Meštrovicev paviljon, Zagabria (2017); Centrale Fies, Trento (2016); Gallerie SeeStudio, Paris (2015); DC, Pordenone (2013); Parco della Musica, Roma (2013); Fondazione March, Padova, (2012); Museo di Villa Croce, Genova (2012); CCCStrozzina, Firenze (2009). In parallelo alla sua attività espositiva ha condotto laboratori, lezioni e conferenze in collaborazione con: AAA di Bruxelles, Radar di Loughbourough, Fabrica de Pensule di Cluj-Napoca, International Academy di Hengshui, Careof di Milano, Bevilacqua La Masa di Venezia, Fondazione Fotografia di Modena, Neon Campobase di Bologna, Museo MIC di Faenza. Dal 2008 è parte attiva del collettivo di Base/ Progetti per l’arte di Firenze. Dal 2019 è tra i fondatori di Estuario project space di Prato. Dal 2021 è tra i curatori del progetto Imboscata. Dal 2023 è ideatore e curatore del progetto Conterranei a Pistoia.
Curriculum B Strumenti, metodi e nuove tecnologie per la comunicazione delle arti visive
Maria Teresa Coppola
Costruire una memoria visiva attraverso l’Archivio fotografico dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione di una sezione del fondo. Il progetto è volto alla catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione di un fondo di più di 10000 diapositive in lastre di vetro del primo Novecento, custodito presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani. La ricerca teorica, al fine di accompagnare e sostenere la pratica, ricostruisce la storia della Fototeca, ne analizza e sviluppa gli aspetti archivistici e si interroga sul ruolo del digitale come strumento alleato della trasmissione della conoscenza storica. L’obiettivo è duplice: conservare e rendere accessibile al pubblico il patrimonio fotografico; creare un percorso di Digital Storytelling che ponga le diapositive analizzate nel loro contesto relazionale.
Maria Teresa Coppola (Catania, 1998) – si è laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano specializzandosi in Letteratura italiana contemporanea. Volendo approfondire la comunicazione culturale, ha proseguito i suoi studi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con il master di II livello in Museologia, museografia e gestione dei beni culturali, collaborando con la Biblioteca Nazionale Braidense alla curatela di due mostre: Manzoni 1873-2023. La peste “orribile flagello” tra vivere e scrivere (2023) e Baj. Libri in libertà (2024). Ha conseguito il titolo del master presentando una tesi volta all’analisi dei servizi didattici di due case-museo di due poeti milanesi: Alessandro Manzoni e Giovanni Testori. Nell’anno accademico 2023-2024 si è dedicata alla didattica insegnando lettere al biennio di un liceo monzese. Attualmente è iscritta XL ciclo del Corso di Dottorato in Culture, Pratiche e Comunicazioni delle Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma – Curriculum B: STRUMENTI, METODI E NUOVE TECNOLOGIE PER LA COMUNICAZIONE DELLE ARTI VISIVE in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Martina Di Gennaro
Il taccuino, nella sua accezione liminale alla sfera privata, è un potenziale corridoio d’accesso ad una dimensione dello studio della pratica artistica che vada oltre la meccanica dell’esposizione, del «pubblico», per fornire una visione autentica del processo di ideazione creativa. La ricerca intende indagare la dimensione ideativa e progettuale della creazione artistica contemporanea, mirando alla creazione di un archivio digitale di taccuini di artisti contemporanei che ne promuova la documentazione e la conservazione.
Martina Di Gennaro (Napoli, 1994) – Dottoranda presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, ha conseguito il Diploma di I livello in Pittura e il Diploma di II livello in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove è Cultrice della Materia per i corsi di Grafica d’Arte, Tecniche di Stampa Sperimentali e Xilografia al fianco di A. Brusca (2019-2021). Dal 2020 vive e lavora a Roma, dove si dedica all’attività di ricerca, focalizzandosi sullo studio e l’archiviazione dei documenti inerenti l’ideazione e la progettazione artistica nel panorama contemporaneo. Dal 2023 è docente di ruolo di
Discipline Grafiche e Pittoriche. Nel 2024 è artista in residenza alla Fondazione Il Bisonte di Firenze. Nell’ambito delle tecniche grafiche, partecipa a diverse esposizioni collettive in Italia, Francia, Regno Unito e Portogallo. Dal 2018 una sua opera è in mostra permanente presso la collezione della Metropolitana di Napoli.
martina.digennaro@studenti.abaroma.it
Francesco Giovanetti
Narrative Immersive e Design Interattivo: Patrimonio Culturale attraverso i Media Digitali.
Il progetto nasce da una riflessione sui nuovi linguaggi artistici, nell’ambito dei media e della cultura visuale, in un’ottica interdisciplinare applicata alla comunicazione del patrimonio culturale, verificando come questa possa essere organizzata, coadiuvata e resa fluida dagli innovativi e differenti mezzi tecnologici esistenti.
Focalizzandosi sulla funzione e le possibilità dei nuovi media nel contesto di valorizzazione del patrimonio culturale, si propone di esaminare le intersezioni e le differenti possibilità comunicative offerte dalla gamification, con particolare attenzione alla progettazione narrativa e al design del gameplay per ottimizzare l’esperienza immersiva e interattiva in ambito museale.
Francesco Giovanetti (Roma, 1995) è Dottorando e Cultore della Materia di Museologia del Contemporaneo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Dal 2019 si occupa di Curatela e Progettazione Culturale, accumulando esperienze presso Istituzioni quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna Contemporanea, il museo Carlo Bilotti, Palazzo delle Esposizioni e Auditorium Ennio Morricone Parco della Musica di Roma.
Consegue nel marzo del 2022 il Diploma di Secondo Livello in Comunicazione e Valorizzazione dei Patrimonio Artistico Contemporaneo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e in qualità di Cultore della Materia approfondisce lo studio della museologia e il ruolo dei musei non solo come luoghi espositivi e di conservazione, ma come spazi dinamici e cruciali per la costruzione del sapere e il dialogo sociale.
Nel 2024 vince la borsa di Dottorato in Culture, Pratiche e Comunicazioni delle Arti Visive cofinanziata dal Kabuto Srl.
Chiara Guidoni
“La Comunicazione delle Arti Visive e le Nuove Tecnologie per l’Arte: Analisi della Nascita del CAMP Colonna Art Museum di Pescara”
Il progetto di ricerca proposto mira a esplorare l’intersezione tra la comunicazione delle arti visive e l’uso delle nuove tecnologie nel contesto della creazione di un nuovo museo di arte contemporanea, il CAMP Colonna Art Museum di Pescara. La ricerca si concentra sull’analisi dei processi di sviluppo, promozione e fruizione delle arti visive attraverso l’integrazione delle tecnologie digitali, con un particolare focus sulla realtà aumentata, virtuale e le installazioni interattive e immersive.
L’obiettivo principale è di comprendere come le nuove tecnologie possano influenzare e migliorare la comunicazione artistica, sia dal punto di vista della curatela sia da quello dell’esperienza del visitatore. Il CAMP Colonna Art Museum di Pescara rappresenta un caso studio ideale, essendo un’istituzione emergente con una forte inclinazione verso l’innovazione tecnologica, prevedendo inoltre un fitto programma di mostre, eventi, residenze e palinsesti che fornirebbero la possibilità di analisi dell’applicazione delle nuove tecnologie in diversi campi della cultura contemporanea.
Chiara Guidoni (Chiusi (SI), 1991) vive a Perugia, dove ha aperto una galleria d’arte contemporanea, Indigo Art Gallery, nel 2021. È storica dell’arte, laureata all’Università degli Studi di Firenze, con una tesi in iconografia e iconologia intitolata “Il Poema della Vita umana” di Giulio Aristide Sartorio e la problematica dell’arte decorativa, attualmente dottoranda presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Lavora come curatrice indipendente e critica con artisti italiani e internazionali.
Marianna Pontillo
La Comunicazione come Cultura – Un progetto condiviso tra l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Azienda Speciale Palaexpo
Il progetto di ricerca si pone l’obiettivo di favorire una trasformazione del ruolo della comunicazione nei luoghi della cultura: da strumento tecnico di trasmissione a progetto di valorizzazione delle realtà culturali, elemento qualificante e professionalizzante, punto di raccordo tra l’istituzione e il panorama socio-culturale in cui essa è immersa. Partendo da uno studio di tipo teorico, la ricerca intende trovare la sua applicazione pratica nella collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Azienda Speciale Palaexpo nelle sedi dell’Ex Mattatoio di Roma, attraverso la proposta di una progettualità comune in quella che si appresta a diventare la nuova Città delle Arti della Capitale.
Marianna Pontillo (Roma, 1997) è Dottoranda e Collaboratrice per l’Ufficio Comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Dal 2019 si occupa di Comunicazione e Progettazione Culturale, accumulando esperienze presso realtà come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e il museo Carlo Bilotti di Roma. Consegue nel marzo del 2022 il Diploma di Secondo Livello in Comunicazione e Valorizzazione dei Patrimonio Artistico Contemporaneo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma ed entra subito a far parte dell’Ufficio Comunicazione dell’istituzione stessa, dove si occupa della gestione dei canali comunicativi con l’obiettivo di valorizzare la realtà accademica dal punto di vista comunicativo e culturale.
Nel 2024 vince la borsa di Dottorato in Culture, Pratiche e Comunicazioni delle Arti Visive cofinanziata dall’Azienda Speciale Palaexpo.